L’Osteopatia nei Disturbi temporo-mandibolari: uno studio Elettromiografico

L’Osteopatia nei Disturbi temporo-mandibolari: uno studio Elettromiografico

Trattamento Osteopatico Manipolativi nei disturbi Temporo‐Mandibolari, uno studio Elettromiografico:

Autori: Barone G., Bertuccio M., Bettini R., Maderna E., Nebuloni A., Tonetto S., Verona M.
Relatore: Fabio Aprile D.O.
Dipartimento di Ricerca: TCIO Istituto di Osteopatia Milano

L’articolazione temporo-mandibolare (ATM) è un’articolazione bicondiloidea doppia, che articola la mandibola attraverso il condilo mandibolare all’osso temporale, in particolare la glena dell’osso temporale. Tra le due superfici ossee è presente un disco e il tutto si trova davanti al meato acustico esterno. L’ATM svolge la funzione di articolare il movimento complesso della mandibola nei tre piani dello spazio, fondamentali per la masticazione e la fonazione. Si distinguono infatti movimenti simmetrici (chiusura, protrusione, retrusione) ed asimmetrici (lateralità, masticazione ed altri movimenti automatici).

Il dolore all’articolazione temporo-mandibolare rappresenta uno dei dolori più comunemente diffusi negli ultimi anni. I sintomi temporo-mandibolari includono dolore ai muscoli della masticazione, dolore articolare (ATM), rumore articolare associato alla funzione e una limitazione funzionale o deviazione dell’apertura della mandibola. Sia fattori biomeccanici, neuromuscolari, bio-psicosociali che biologici possono contribuire al disturbo.

OBIETTIVO DELLA TESI

Lo studio ha come obiettivo quello di valutare l’efficacia del trattamento osteopatico in 37 persone tra i 18 e i 65 anni di età, affette da disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare.
L’obiettivo dello studio è stato quello di ridurre il dolore percepito dai pazienti e migliorare l’escursione di movimento articolare della articolazione temporo-mandibolare.

MATERIALI E METODI

Sono stati arruolati 72 pazienti (29 Uomini e 43 Donne) con disturbi all’articolazione temporo-mandibolare seguendo precisi criteri di inclusione ed esclusione.
I pazienti sono stati divisi casualmente in 2 gruppi.

  • • N°37 pazienti rientrati nel gruppo OMT (M: 9 – F: 28) – che hanno ricevuto i trattamenti
  • • N° 35 pazienti rientrati casualmente nel gruppo di controllo (M:20 – F: 15) – che non hanno ricevuto nessun tipo di trattamento

CONCLUSIONI

I dati ricavati dal nostro studio hanno evidenziato come sia la dolorabilità a livello dell’articolazione temporo-mandibolare durante i movimenti della stessa (apertura, protrusione e lateralità) sia la dolorabilità alla digitopressione della muscolatura siano diminuiti in seguito ai trattamenti.

È stato inoltre verificato un aumento del Range Of Motion, ovvero l’ampiezza di movimento espressa in gradi, in tutti i piani dello spazio.
In tutte le misurazioni, abbiamo registrato un piccolo miglioramento anche nel follow up, dopo un mese dalla fine dei trattamenti.

Inoltre, ci siamo avvalorati dell’utilizzo dell’elettromiografia che però non ha apportato ulteriori miglioramenti rispetto al trattamento osteopatico.

Questo dimostra come un lavoro osteopatico costante possa essere un valore aggiunto per la prevenzione e il trattamento dei disturbi di questo genere; in più, il mantenimento e miglioramento dei risultati nel follow up avvalora l’efficacia del gruppo trattato osteopaticamente nel tempo. Si suggerisce l’utilizzo di una nuova seduta di follow-up a distanza di due mesi per poter valutare gli effetti a lungo termine dei trattamenti.

In conclusione, il trattamento osteopatico si è dimostrato efficace nella riduzione della sintomatologia dolorosa da disturbi temporo-mandibolari.

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