Flusso della giugulare interna a seguito di tecniche osteopatiche HVLA

Flusso della giugulare interna a seguito di tecniche osteopatiche HVLA

VALUTAZIONE TRAMITE ECO-COLOR DOPPLER DEL FLUSSO DELLA VENA GIUGULARE INTERNA A SEGUITO DI TECNICHE HVLA E DRENAGGIO DEI SENI VENOSI CRANICI


Autori:
Charlotte Biesuz, Daniele Gentile, Flavio Monzini, Giacomo Moroni, Iacopo Carbone, Lorenzo Lucanera e Margherita Guazzoni
Relatore: Fabio Aprile D.O.
Dipartimento di Ricerca: TCIO Istituto di Osteopatia Milano

*PREMIO MIGLIOR TESI 2022 CORSO FULL TIME

In condizioni di emodinamica celebrale stabile, il flusso della giugulare interna può essere utilizzato come indice del flusso celebrale.
Manipolazioni osteopatiche HVLA cervicali sulla prima vertebra cervicale (l’Atlante) condotte dall’osteopata G.Bakris, hanno evidenziato una riduzione della pressione sanguigna in pazienti affetti dal primo stadio di ipertensione. Al contrario l’osteopata S. Ward, utilizzando una tecnica rotatoria HVLA su C1 su pazienti sani non hanno riscontrato differenze significative per ECG, ossimetria bilaterale e pressione sanguigna (Ward J. et al., 2012). Gli studi di Bakris e Ward dimostrano una correlazione tra l’applicazione di manovre HVLA e un cambiamento di parametri fisici regolati dal SNA.

L’osteopata Y.Huard invece ha dimostrato come l’applicazione delle tecniche di drenaggio dei seni venosi possa migliorare la pulsatilità cerebrale che è influenzata direttamente dal flusso sanguigno cerebrale, dalla pressione intracranica, dall’integrità vasale e dalla frequenza cardiaca (Y. Huard, 1996).  La stimolazione dei recettori presenti sulla dura periostale, in particolar modo dei recettori interstiziali, sottili neuroni altamente concentrati nel periostio (S. Sakada, 1974), è stato dimostrato indurre una variazione della vasodilatazione locale.

OBIETTIVO DELLA TESI

L’obiettivo della tesi è stato quello di valutare gli effetti sul flusso venoso giugulare a seguito di tecniche HVLA e di drenaggio dei seni venosi. Il fine ultimo dello studio è quello di aprire la possibilità futura di valutare l’applicazione di queste tecniche in pazienti anziani al fine di ridurre il rischio di sviluppare malattie neurodegenerative tipiche della “terza età”.

MATERIALI E METODI

I pazienti sono stati divisi in 2 gruppi:

• Il primo gruppo: “HVLA” a cui è stata eseguita una tecnica diretta rotatoria su C1-C2 (M:13 – F7). L’esame eco-color doppler della vena giugulare interna destra è stato effettuato in due momenti differenti: uno con paziente a riposo, e uno dopo aver effettuato la tecnica HVLA.

• Il secondo gruppo: “Drenaggio dei seni” nei quali i pazienti sono stati trattati secondo una serie di tecniche cranio-sacrali volte al drenaggio dei seni venosi cranici (M:11 – F9). L’esame eco-color doppler della vena giugulare interna destra è stato effettuato in tre momenti differenti (T0, T1, T4). T0 con paziente a riposo. T1 e T4 dopo aver effettuato la serie di tecniche per il drenaggio dei seni venosi cranici.

CONCLUSIONI

Il nostro lavoro supporta i risultati ottenuti da Y. Huard dove l’applicazione di tecniche si è dimostrato portare ad un miglioramento della emodinamica intracranica a seguito del miglioramento dell’equilibrio tensionale delle membrane durali intracraniche. La nostra azione non è stata diretta, ovviamente, sulle membrane durali ma la stimolazione ha agito per via indiretta stimolando, per via tattile e pressoria, i recettori presenti sulla dura madre periostale collegati tramite network neuronale comune alle fibre delle membrane intracraniche.

La stimolazione tattile e pressoria del drenaggio supponiamo abbia stimolato i recettori interstiziali e non invece i corpuscoli di Pacini o altri recettori aventi un’influenza sul SNA. Questo spiegherebbe l’effetto vasodilatatorio, con un aumento di 0,4 cm² (Grafico 4) dell’area di sezione della IJV e la mancata modifica in maniera significativa dei parametri emodinamici come BF e TAV, direttamente influenzati dal sistema simpatico.

Possiamo quindi trovare una prima conferma degli effetti della manipolazione cranica osteopatica, più precisamente la tecnica di drenaggio dei seni venosi cranici, sul circolo ematico cerebrale. Il supporto dei dati ecografici potrebbe segnare un punto di svolta in quella che è la ricerca in ambito osteopatico sull’efficacia del trattamento nei diversi ambiti di applicazione.

Riteniamo che le tipologie di tecniche riportate in questo studio debbano, in contesto clinico, essere inserite in un piano di trattamento adatto al loro utilizzo e una conoscenza dei loro effetti fisiologici deve essere nota all’operatore al fine di poterle adoperare nel migliore dei modi.

In vista di prospettive future, dimostrato l’effetto vasodilatatorio delle tecniche di drenaggio, la nostra proposta è quello di valutarne l’applicazione in maniera continuativa in pazienti a rischio di sviluppo di condizioni neurodegenerative: il miglioramento delle condizioni circolatorie del CBF supporterebbe le sue funzioni di rimozione di tossine e rifiuti dal cervello. Il circolo cerebrale agisce attraverso le vie transvascolare, con il relativo trasporto di β-amiloide e conseguente prevenzione dello sviluppo di Alzheimer, perivascolare, a cui segue un trasporto di sostanze dannose all’interno dei vasi linfatici e paravascolare attraverso il modello di sistema Glinfatico proposto da Rasmussen.

La nostra ipotesi in prospettiva è quella che, attraverso un miglioramento delle capacità di deflusso venoso, il sistema circolatorio possa esprimere al meglio queste funzioni rallentando i processi degenerativi tipici a carico del sistema nervoso. Dopo aver esaminato le ipotetiche applicazioni future del trattamento manipolativo osteopatico in ambito di prevenzione, possiamo aggiungere un’ulteriore considerazione su ciò che concerne la sicurezza dell’applicazione di tecniche HVLA a livello cervicale.

Nel corso degli anni queste sono state infatti oggetto di dibattito, in quanto ritenute potenzialmente pericolose o possibili cause di danni vascolari. Dall’analisi dei nostri dati possiamo al contrario notare come nessuno dei parametri di TAV, BF, diametro e area sia cambiato significativamente nel gruppo HVLA. Nonostante quindi, visti i nostri risultati, non possiamo considerare le tecniche HVLA come ideali nella ricerca di un miglioramento di deflusso cranico, possiamo invece ritenerle delle tecniche NON pericolose e di sicuro utilizzo in quanto non responsabili di modifiche a carico del sistema vascolare.

___

Vuoi scoprire come l’osteopatia può aiutarti? Richiedi subito una visita osteopatica GRATUITA quì!

Completa il modulo per scaricare subito la tesi in versione integrale! 

Condividi su