Osteopatia e Odontoiatria: un valido approccio integrato
INTRODUZIONE
In questi ultimi anni, si è creata una stretta collaborazione fra gli osteopati ed un numero sempre maggiore di odontoiatri. Ciò è dovuto al fatto che la bocca ed i denti non possono essere considerati a se stanti, ma facenti parte di un’unica entità.
Nella ricerca di un approccio “globale” ai problemi della bocca ovvero di un approccio rispettoso delle componenti extrastomatognatiche l’osteopatia rappresenta un irrinunciabile ausilio. Difatti l’osteopatia ha tra i suoi principi l’unità di struttura e funzione e il sistema stomatognatico non fa eccezione a questo concetto. Una bocca in salute è una bocca che assolve correttamente a tutte le sue molteplici funzioni:masticazione,deglutizione,fonazione,respirazione, funzione cognitivo-emotiva. Il sistema stomatognatico entra poi in gioco nell’equilibrio posturale e nella dinamica deambulatoria.
L’osteopatia consente di valutare l’impatto sull’intero organismo delle problematiche orali e viceversa cioè l’impatto che i problemi extrastomatognatici possono avere sulla bocca.
OSTEOPATIA E ODONTOIATRIA: GLI SCOPI
- L’individuazione e trattamento, tramite la peculiare diagnosi funzionale osteopatica cranica di disfunzioni combinate in relazione ad ambiti funzionali differenti (oculistico-ortottico, vertebrale, fasciale, viscerale ecc.) di cui si possa dimostrare un’influenza sulla funzione occlusale;
- Viceversa, l’individuazione e trattamento di disfunzioni stomatognatiche che si ripequotano extra-oralmente;
- La misurazione strumentale e clinica a vario titolo dell’efficacia del OMT, tramite correzione di dette disfunzioni, su tempi, carichi di lavoro ecc. del trattamento ortodontico: come già sperimentato in precedenti e presenti collaborazioni in tale ambito, anche in occasione di tesi di ricerca, il OMT può rappresentare, se ben calibrato su casi di competenza osteopatica, un efficace strumento di supporto per il trattamento ortodontico;
- L’individuazione di criteri di diagnosi/diagnosi differenziale multidisciplinare affinché anche gli odontoiatri possano discriminare la presenza di disfunzioni di ambito osteopatico
- Scopo palliativo: L’osteopatia utilizzato come terapia di supporto sintomatologico – qualitativo preparatorio a livello tessutale – strutturale per la terapia ortodontica ecc. in pazienti affetti da sindromi dolorose, vertiginose, cefalalgiche
CRITERI DI INCLUSIONE
Riteniamo che si possano individuare nei seguenti casi di studio criteri soddisfacenti per una collaborazione OMT-ortodonzia per studio-lavoro:
- Sindrome ATM
- Cross bite
- Malocclusioni di II e III classe
- Protesica e implantologia
In tutti i casi possono essere individuati almeno tre livelli generici di intervento osteopatico:
- “Pulizia delle interferenze” affinchè si possa affrontare un lavoro protesico, ortodontico, riabilitativo ecc. in presenza della più ampia capacità adattativa del corpo
- Rimozione delle cause funzionali, cioè legate al cattivo o assente adattamento: problematiche legate allo sviluppo, disfunzioni suturali craniche, articolari cervicali o atm, difunzioni motorie linguali o della catena deglutitoria, ortottiche ecc.. con guadagno sulla funzione già prima dell’intervento dell’odontojatra con riduzione dei tempi e carichi di lavoro e riduzione dei casi di recidiva
- Monitoraggio del progressivo adattamento o non- del corpo nel corso di terapie complesse o di lunga durata.
PREMESSE
Brevemente possiamo riassumere come segue le giustificazioni scientifiche e quindi operative che sottendono alla suddetta collaborazione nella pratica.
Il lavoro osteopatico è sostenuto da considerazioni soprattutto di carattere embriologico e neurofisiologico. Per sommi capi possiamo affermare che l’innervazione reciproca di unità funzionali quali funzione cervicale superiore – occlusale – oculomotoria – vestibolare ecc.. (fascicolo longitudinale mediale, oculocefalogiria, reazioni posturali, ricettività trigeminale ecc.) sono derivazioni esse stesse dello sviluppo embriologico degli apparati riferendosi ad es. agli archi branchiali od alle linee di sviluppo mesenchimale.. e mantengono, nello sviluppo post-natale e nella vita adulta, le stesse caratteristiche di unità funzionale riferite alle sopradette linee di sviluppo. L’osteopatia enfatizza questi concetti e si propone di stimolare attraverso una interfaccia somatica il SNC a riorganizzare le funzioni complesse previa valutazione dell’organizzazione presente: funzioni ed interferenze tra funzioni.
MATERIALI E METODI
Come viene effettuata la valutazione: la valutazione osteopatica è manuale e non invasiva. Risente certamente di un limite legato alla dipendenza dall’operatore che, grazie all’esperienza in questo campo, possiamo dire limitata dai protocolli valutativi che, al di là di una interpretazione clinico-funzionale, indirizzano la ricerca dei segni di disfunzione, su tessuti/apparati specifici, schemi disfunzionali ecc. facendo sempre riferimento alla quadrilogia della “disfunzione osteopatica”: dolorabilità, restrizione di movimento, asimmetria funzionale, densità tessutale, quantificabile su una scala graduata piuttosto sovrapponibile.
CONCLUSIONI
Osteopatia e Odontoiatria sono strettamente correlate, infatti il trattamento manipolativo osteopatico si è dimostrato un valido strumento di raccolta dati di valutazione – rivalutazione durante OMT riferendosi a quanto appena esposto. È possibile un suo ulteriore adattamento.