Stress, sistema interocettivo e trattamento osteopatico

Della Smirra P., Malmsjo P., Misoni A., Tessitore M. – Relatore: Dott. Davide Lucchi D.O.

Progetto di tesi – Diplomati Corso di Osteopatia Part Time

Stress

L’analisi nel dettaglio degli aspetti legati allo stress positivo e negativo, e la comprensione degli effetti dello stress negativo nella vita percettiva e nella vita esterna, aiutano a capire il ruolo del trattamento osteopatico nella gestione dello stress. Ipotizzando che il trattamento osteopatico abbia un’efficacia, vogliamo comprendere quale effetto abbia nel trattamento dello stress, se riporti in modo efficace il sistema nella sua interezza verso il miglioramento dell’equilibrio e della salute aumentando quindi le capacità di adattamento del singolo individuo.

Stress e l’osteopatia

Il meccanismo dello stress è un complesso del nostro corpo che coinvolge i sistemi psico-endocrino-immunitario e che sta alla base del nostro stato di allerta e riposo. Quando l’equilibrio viene conservato nella sua dinamicità si parla di Omeostasi, quando avviene un’alterazione dell’equilibrio dinamico interno si parla di Allostasi e Carico Allostatico. Questa seconda condizione dà origine a un circolo vizioso dal quale, da solo, il sistema non riesce ad uscire e genera, sul lungo periodo, una condizione sempre più lontana dalla situazione di equilibrio. Uno stato sempre più dispendioso energeticamente che porta ad una condizione sempre più degenerativa fino alla comparsa sintomatica a vari livelli.
L’asse dello stress, denominato anche ipotalamo-pituitario-surrene, mette in comunicazione il sistema endocrino, il sistema nervoso autonomo e sistema immunitario attraverso messaggi ormonali che viaggiano nei tessuti e nel flusso sanguigno, regolando e orchestrando l’equilibrio sistemico interno.

Fisiologia ormonale: risposte agli stressor

Quando il sistema uomo sta vivendo, sperimentando o semplicemente fantasticando qualcosa di minaccioso o faticoso, il suo cervello mette in moto una propria difesa attraverso una risposta ormonale attivando alcune componenti e disattivandone altre, per cercare di rispondere alle varie richieste di adattamento (R. Saplosky, “Why zebras don’t get ulcers”, p.51).

Gli stressor che possono provocare queste risposte e attivare gli assi dello stress sono di diversa natura:
– Psicosociale
– Infiammatorio
– Stress fisico

La risposta degli stressor si può dividere in due rami: uno chimico e uno nervoso che, a loro volta, coinvolgono diversi ormoni e fasci presenti in molte parti dell’organismo.

Stress acuto e stress cronico: Eustress e Distress

Hans Selye ha contribuito allo studio scientifico sullo stress introducendo il termine “sindrome generale di adattamento” poiché riteneva che molte parti dell’organismo erano coinvolte e influenzate dalle reazioni corporee, tutte adibite al mantenimento dell’equilibrio. (J. Schulkin, “Ripensare l’Omeostasi”, p.22-46).

Divide la sua teoria in tre fasi: allarme, resistenza ed esaurimento. Inoltre suddivide lo stress in due categorie:
– Eustress, una condizione di stimolo che avvia una risposta adattativa dell’organismo che gli permette di resistere alle sollecitazioni del suo ambiente e si presenta nelle prime due fasi di “Allarme” e “Resistenza”.
– Distress, condizione di stimolo che esaurisce le difese dell’organismo a causa dell’esagerata stimolazione, dovuta a stress frequente, elevata vulnerabilità dell’organismo, incapacità di stimolare risposte necessarie o inibire risposte allostatiche.

L’osteopatia nella gestione dello stress

Non sempre è possibile utilizzare parametri misurabili scientificamente nel trattamento osteopatico, ma spesso si ottengono miglioramenti della qualità della vita come diminuzione della percezione della stanchezza o del dolore.

Quali sono le applicazioni dell’osteopatia? Può l’osteopatia essere di aiuto per combattere lo stress?

Il ruolo primario dell’osteopatia è quello di facilitare la capacità innata del corpo di adattarsi alle continue richieste dell’ambiente interno ed esterno. Così, l’osteopata, vede il malessere o la malattia come un’interruzione nella normale interazione fra l’anatomia, la fisiologia e la psiche (Walkowski et al., 2014).

Dopo aver raccolto le informazioni necessarie, l’osteopata farà una valutazione completa (viscerale, cranio-sacrale, strutturale e fasciale). Individuerà, quindi, possibili alterazioni di specifici parametri tissutali e, di conseguenza, delle regioni corporee con un carico allostatico maggiore. Le disfunzioni somatiche saranno trattate con precise tecniche manipolative scelte in relazione ai parametri palpatori e ai distretti corporei coinvolti.

Per consultare i trattamenti più idonei nella gestione dello stess, scarica la tesi completa.

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