Corsi per fisioterapisti: quanto è importante la pratica manuale nella formazione osteopatica per chi ha già competenze in ambito manipolativo?
Osteopatia: corsi per fisioterapisti e figure sanitarie. Come da indicazioni CEN – European Committee for Standradization – in ambito osteopatico, relativamente al corso di osteopatia per le figure sanitarie – Corso di Osteopatia Part Time o Programma di Tipo II – è previsto un importante monte ore di pratica osteopatica, che si articola tra tirocinio clinico su pazienti reali e pratica in aula tra compagni.
Perché dare così tanta importanza in un percorso spesso rivolto a chi lavora già quotidianamente con manipolazioni manuali?
Il trattamento manipolativo osteopatico nasce da un approccio che va molto oltre al semplice trattamento muscolo-scheletrico dell’area direttamente interessata dal disturbo. Tutti i percorsi di formazione osteopatica, inclusi i corsi per fisioterapisti e figure sanitarie, partono da un approfondimento teorico dell’anatomia e biomeccanica del corpo, ma concentrano la propria essenza nella pratica. Le lezioni pratiche si focalizzano sull’anatomia palpatoria, strutturale, viscerale, cranio-sacrale e fasciale; alcune di queste tipiche esclusivamente del trattamento osteopatico. Nei primi anni, l’approccio sarà locale, con successiva formazione in osteopatia integrata del sistema dal 3° anno in poi, per avere una visione d’insieme rispetto alla salute della persona.
Tramite la valutazione palpatoria osteopatica, nei corsi per fisioterapisti e altre figure sanitarie, si impara ad individuare la capacità di adattamento dell’organismo approfondendo la conoscenza dei passaggi neurovascolari, neurovegetativi e linfatici, per comprendere i meccanismi fisio-patologici che sottendono l’insorgenza del disturbo.
Dott. Nicola Ranù D.O. – Fisioterapista e Osteopata
“Dopo il Corso di Laurea in Fisioterapia, ho deciso di migliorare la mia formazione iscrivendomi al corso di osteopatia. Nonostante gli esami e il tirocinio clinico ospedaliero del percorso di laurea, sentivo di avere ancora grosse carenze nell’affrontare le maggior parte delle affezioni dei miei pazienti. Grazie alle competenze di ragionamento clinico basato sull’approfondimento delle conoscenze anato, fisio, patologiche, nonché capacità palpatorie sviluppate durante il corso di osteopatia, ho implementato le capacità per affrontare numerosi disturbi.”
Perché, nei corsi per fisioterapisti, non è abbastanza l’esercitazione pratica esclusiva tra compagni, ed è sconsigliata sui pazienti del proprio studio fin dai primi anni di corso senza supervisione di un professionista?
L’approccio al paziente è bene che sia graduale, commisurato alle competenze acquisite durante il percorso di studio e sotto supervisione iniziale di professionisti esperti.
La pratica clinica, infatti, è articolata su tirocinio osservativo osteopatico, durante il quale gli studenti osservano la pratica osteopatia eseguita da osteopati professionisti, e tirocinio osteopatico operativo, dove gli studenti intervengono su pazienti reali con la supervisione di un professionista.
La pratica tra compagni di corso, e comunque sotto supervisione di osteopati professionisti, è indispensabile in una fase iniziale per visualizzare quello che percepiscono le mani sulla base di quanto spiegato durante la lezione.
La vera chiave di volta, tuttavia, sono i trattamenti effettuati su pazienti reali ma con la supervisione diretta di un professionista che sia in grado di guidare e supportare lo studente durante l’inquadramento clinico e, successivamente, nella valutazione dei trattamenti. TCIO infatti, con l’obiettivo di formare osteopati professionisti in grado di saper applicare i principi osteopatici nel trattamento clinico – come indicato nella norma CEN, prevede un monte ore decisamente importante di tirocinio clinico su pazienti reali all’interno della clinica di osteopatia dell’Istituto o in strutture convenzionate.
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