Corso di Epigenetica e Transizione Epidemiologica – Dott. Ernesto Burgio

Epigenetica – VENERDI 11 NOVEMBRE 2016, presso il nostro ISTITUTO DI OSTEOPATIA TCIO Milano, si svolgerà il corso di EPIGENETICA E TRANSIZIONE EPIDEMIOLOGICA DEL XXI SECOLO, tenuto dal Dott. Ernesto Burgio.

Orario programmazione: dalle 9.15 alle 13.30

 

Ernesto Burgio – ECERI European Cancer and Environment Research Institute (Bruxelles)ISDE Scientific Committee President (International Society of Doctors for Environment)

 

All’interno del corso di Epigenetica, verrà discusso l’incremento delle malattie cronico-degenerative e neoplastiche alla luce dei nuovi modelli patogenetici.
Nel corso dell’ultimo secolo infatti, e soprattutto negli ultimi decenni l’uomo ha prodotto e immesso nella biosfera una quantità immensa di molecole artificiali, trasformato interi ecosistemi (micro)biologici e virali, ampliato la gamma delle forme di energia immesse nell’ecosfera. La stessa Rivoluzione Epidemica del XX Secolo, consistente in una drammatica riduzione delle patologie acute da cause esogene e in un altrettanto significativo incremento delle patologie cronico-degenerative da  cause endogene (immunomediate, neoplastiche, neuro-degenerative, endocrino-metaboliche, cardiocircolatorie) appare sempre più chiaramente correlata alla repentina alterazione dell’ambiente prodotta dall’uomo ed alle (conseguenti) trasformazioni (epi)genomiche che avvengono nelle prime fasi dello sviluppo del feto e del bambino. 

 

Un preciso limite della medicina moderna deriva dall’adozione di un modello eziopatogenetico lineare e, in particolare, dalla ricerca, di volta in volta, di una causa specifica che determini l’effetto/malattia e, possibilmente, di un rimedio altrettanto specifico (pharmakon). E’ infatti sempre più evidente che le malattie croniche sono multifattoriali: che alla loro origine concorrono tanto fattori genetici, che ambientali e che non avrebbe alcun senso ostinarsi nella ricerca di una causa univoca di malattia, magari cercando di sostituire alla causa determinante esogena (il germe), una causa endogena (il gene).

 

Sappiamo che tutto ciò che mangiamo, respiriamo e persino ciò che ascoltiamo, percepiamo, pensiamo  e soffriamo interferisce con il nostro sistema. Se dunque immaginiamo l’ambiente come un flusso continuo di sollecitazioni e di informazioni molecolari, più o meno complesse, possiamo dire che ogni cellula e, per estensione, ogni organismo è continuamente sollecitato a cambiare per adattarsi. Tutto questo equivale a dire che noi (i nostri apparati, organi e tessuti e le nostre molecole: ormoni e citochine, recettori membranari ed enzimi cellulari, recettori nucleari e fattori di trascrizione, DNA e RNA…) siamo il prodotto di miliardi di anni di bio-co-evoluzione cibernetica, adattativa.

 

Dobbiamo ribadire che le principali alterazioni fisio-patologiche rappresentano, in ultima analisi, tentativi di adattamento (mediati a livello di epigenetica) ai mutamenti ambientali e che le principali modifiche epidemiologiche andrebbero interpretate come effetti di una trasformazione eccessivamente rapida della relazione organismi/ambiente.

 

In questa luce praticamente tutte le patologie che negli ultimi decenni hanno mostrato un trend di crescita veramente abnorme – asma/allergie e altre patologie immunomediate; alterazioni dello sviluppo psico-neurologico del bambino e patologie  neurodegenerative dell’adulto; aterosclerosi e patologie cardio-vascolari; obesità e sindrome metabolica/insulino-resistenza/diabete II; tumori – andrebbero viste come il portato di uno stress biologico ed (epi)genetico collettivo che coinvolge la nostra specie e, con ogni probabilità, tutti gli organismi superiori (e in particolare quelli più direttamente esposti a inquinamento e alle conseguenze della suddetta, repentina trasformazione ambientale) .

 

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