Osteopatia e medicna tradizionale
Le differenze tra osteopatia e medicina tradizionale
Approccio in osteopatica e medicina tradizionale, le differenze dell’approccio al paziente!
Davide Lucchi, noto osteopata piacentino: “sollecitiamo il corpo a curarsi da sé”
E’ comune percezione che la salute, il bene più prezioso di ogni individuo, debba essere “naturalmente” connaturata alla vita. Percezione che ben si sposa con le teorie fondanti dell’osteopatia. Per sapere cosa essa sia in realtà e chiarirci le poche e confuse idee in merito, abbiamo posto qualche domanda a Davide Lucchi, osteopata piacentino, che oltre che esercitare nella nostra cittá, è Direttore del Dipartimento Craniosacrale e Dittore Didattico della Scuola di Osteopatia TCIO di Milano e membro della Commissione Didattica del registro degli Osteopati d’Italia.
Signor Lucchi ci spiega cos’è l’osteopatia? E’ una branca della medicina?
In Francia, Inghilterra, Stati Uniti, Belgio è medicina a tutti gli effetti. In Italia l’osteopatia è ancora giovane. Per quanto sia inserita in un’associazione professionale dagli anni ’80, solo un mese fa è stata dichiarata professione e riconosciuto l’albo professionale. E’ in corso l’iter parlamentare per riconoscerla laurea magistrale sanitaria.
Al di là delle etichette, l’osteopatia è un medicina manipolativa che si ispira al fatto che il corpo ha in sé un principio vitale naturalmente tendente alla salute. Esso é manifestazione per i primi osteopati (che erano medici e pastori protestanti americani) di una realtá Divina. Esiste un’unità, un’armonia tra corpo, mente e spirito (individuabile nei processi nervosi autonomici) che, in un continuo dinamico adattamento alle situazioni più varie, provvede a regolare in modo del tutto autonomo le funzioni interne. Talora un sovraccarico di stress organici e non- può creare nel corpo disfunzioni tali da far sorgere la malattia. Ecco, l’osteopata si inserisce prima che la patologia si radicalizzi. E’ in grado di rendersi conto se esiste una disfunzione, se è reversibile, parzialmente reversibile o irreversibile e quindi di stretta competenza medica. Insomma l’osteopata aiuta il corpo a ritrovare la dimensione in cui si cura da sè. Non è propriamente un terapeuta, ma un catalizzatore di funzioni interne già presenti.
Come fa l’osteopata a rendersi conto delle disfunzionalità dell’organismo?
La disorganizzazione del corpo ha un’evidenza somatica, fisica. Nel corso degli studi sviluppiamo una particolare capacitá palpatoria che ci consente di leggere i segnali del corpo e inviare stimoli affinché il corpo torni a fare tutto da sè.
Solo con manipolazioni?
Certo. In una seduta osteopatica l’operatore sta con le mani attaccate al corpo del paziente. Sembra non faccia quasi niente. In realtà le sue mani “sentono, vedono e inducono processi auto-regolativi. Nel concetto osteopatico i farmaci, che noi non diamo e neanche potremmo dare, devono essere l’ultima ratio, quando il corpo ha perso la propria capacità adattativa. I farmaci tendono a sostituirsi alla naturale capacitá di auto-regolazione: di ció esistono svariate dimostrazioni scientifiche. Insomma è quanto mai necessario il dialogo tra noi e i medici ed anche tra gli stessi specialisti, ora come ora un po’ a compartimenti stagni. Oggi la medicina tende a perdere la visione d’insieme, che per noi è invece il punto di partenza.
Può brevemente accennare alle differenze più significative tra medici e osteopati?
Cerco di condensare un pensiero assai complesso col solo intento di richiamare alcuni principi generali. La filosofia e medicina Galenica, che trae origini dalla filosofia greca pre-socratica, regge fino al 1500 e nella pratica anche oltre il 1600. Secondo Galeno, la Natura possiede giá in sé una forza guaritrice naturalmente orientata al bene. Il medico galenico indaga le regole affinché tale principio si manifesti pienamente. Uomo, Natura e Logos divino sono formati da una differente combinazione degli stessi elementi vitali.
L’avvento dell’Illuminismo e del pensiero Cartesiano, pone invece l’uomo al centro della vita e del mondo rifacendosi al pensiero di Ippocrate che della Natura temeva il divenire caotico: i medici moderni devono, tramite regole che considerino esclusivamente elementi a-sensoriali, regolare, ordinare la realtá, anche a costo di forzarla. Non si tratta di un pensiero malizioso ma di una vera rivoluzione di pensiero, nella quale siamo ancora oggi immersi.
É il momento storico in cui la medicina rinuncia al proprio substrato filosofico (anche per sfuggire a devianze alchemiche e vitalistiche serpeggianti nel Rinascimento) in virtú di quello scientifico-galileiano: si suddivide in branche, pratica l’attivitá chirurgica e autoptica in senso laboratoristico.. La persona perde la propria centralitá nella cura e il medico diviene lo scienziato che lotta contro la malattia, interpretando in maniera distorta anche l’aforisma Galeniano “contraria contrariis curantur”: la malattia deve essere combattuta mediante azioni curative contrarie a quei principi (non processi!) che hanno provocato la malattia e volti a contrastarne i sintomi. A ció si aggiunge il potere della tecnologia, la quale fornisce strumenti preziosi diagnostici e terapeutici ma atti esclusivamente a comprendere e combattere il processo di malattia.
Ma la salute non é “assenza di malattia” e la persona malata non é solo “il malato”. L’Osteopatia nasce storicamente in questo spaccato filo-scientifico.
Telelibertà sta dedicando all’osteopatia la prima serata del sabato sera (ore 21). Cosa può dirci dal momento che lei e il suo staff siete gli animatori delle trasmissioni?
Vi parteciperanno anche specialisti ospedalieri piacentini e milanesi. Già collaboratori con osteopati, porteranno la loro testimonianza sull’efficacia di questa metodica. Tra i medici piacentini interverranno Alessandrini, Baruffaldi, Biasucci, Colombo, Conti, Imberti, Ferrari, Prati, Zuffi.. Domani ci sarà una puntata sulla formazione, dopo quella di presentazione generale già andata in onda. Poi 7 puntate specialistiche. Si tende a far meglio conoscere gli aspetti generali, la storia, le idee di base di questa arte medica che suscita sempre più interesse. Obiettivo è promuovere l’integrazione di punti di vista diversi. Non si deve certo buttar via quel patrimonio di conoscenze che la “tecnologia medica” ha permesso di accumulare. D’altra parte, ricominciare a considerare l’intero mosaico anziché analizzarne le singole tessere porterebbe indubbi vantaggi alla persona ed alla scienza medica.
“Compito del medico dovrebbe essere quello di ricercare la Salute, chiunque é in grado di trovare la malattia” (A.T. Still, iniziatore dell’Osteopatia).